Pseudonimo di Friedrich Stowasser, Hundertwasser è un artista poliedrico di origine viennese. Pittore, scultore, architetto ed ecologista, tentò in tutti i modi di raggiungere, attraverso il suo stile stravagante e bizzarro, l’armonia tra uomo arte e natura. Io sono venuta a Vienna per cercare alcune delle sue opere ed ho trovato tre meravigliosi edifici che raccontano la sua arte.
Per i turisti che ogni giorno visitano Vienna è una delle principali attrazioni, un posto dove venire a scattare qualche foto prima di perdersi nel vicino villaggio, che porta lo stesso nome, per fare shopping; per gli amanti dell’arte è una vera preziosità. E’ la Hundertwasserhaus.
E’ un complesso di edifici, costruito nei primi anni 80 e destinato alle famiglie meno abbienti, case popolari per intenderci, che l’architetto ha voluto rendere vivibili utilizzando vivaci tonalità già visibili dalle facciate intarsiate di mosaici di ceramica. E per non far sentire gli inquilini distanti dalla natura, l’architetto ha dedicato ad ognuna delle circa 50 abitazioni una piccola area verde. Si vedono spuntare alberi e piante ovunque, sui tetti, sulle logge e nei terrazzini comunicanti, trasformando la Hundertwasserhaus in una piccola oasi felice nel cuore di una città che è di per sé un polmone verde. Vienna è una delle città Europee più sensibili alla qualità della vita ed i suoi innumerevoli parchi lo dimostrano.
Ogni edificio della Hundertwasserhaus è diverso per forma e grandezza, così come le finestre che gli inquilini possono decorare, per volere dello stesso architetto, a proprio piacimento. E per non venir meno alla sua vocazione ecologica, le decorazioni in ceramica che tappezzano l’intero edificio sono realizzate con materiali di recupero. Se analizziamo i materiali con i quali è stata costruita non facciamo fatica a definirlo un precursore dell’architettura sostenibile: mattoni di argilla, legno per porte e finestre, ceramica per i pavimenti, colle, vernici, tende e tappeti sono di origine naturale; muri dai grandi spessori per non disperdere il calore, vetri con infissi speciali, e la creazione di pompe di calore per produrre acqua calda. Non è possibile visitare gli appartamenti in quanto sono abitati; i visitatori possono recarsi nel centro commerciale, l’Hundertwasser Village, che si trova proprio di fronte, realizzato dallo stesso artista nel suo inimitabile stile. La Natura viene fuori in ogni angolo, qui un ruscelletto scende dalla parete e si insinua lungo il bancone del bar; e non poteva fermarsi all’esterno… persino le toilettes seguono lo stile inimitabile dell’architetto viennese, anche qui fontane e decorazioni in ceramica, insieme alle tinte gioviali delle sue pareti, rendono allegro e piacevole il ‘buen retiro’.
A pochi passi dal complesso di case popolari, c’è un altro edificio disegnato da Hundertwasser, è la Kunst Haus Wien. In origine era una fabbrica di mobili ora, dopo l’intervento dell’architetto, è diventato uno spazio espositivo. Ospita mostre d’arte contemporanea ed una permanente dedicata all’estro dell’eccentrico architetto.
Per comprendere la sua arte voglio citarvi il titolo di un suo saggio: ‘che tutto sia ricoperto di vegetazione’. E se guardiamo il plastico di un suo progetto di città virtuale possiamo comprendere appieno il significato. Il progetto è poi diventato il Rogner Bad Blumau, l’insolito complesso alberghiero, oggi situato nella regione termale della Stiria, in Austria. Quartieri diversi l’uno dall’altro con case ecologiche sotterranee corredate da cortile interno.
Inutile dirsi quanto H. fosse avverso nei confronti dell’architettura moderna reputandola, attraverso le sue linee rigorosamente rette, incapace di dare emozioni o di creare calore attorno a chi quotidianamente la vive. Il suo concetto di organico viene fuori dalla ricerca spasmodica di linee irregolari, copiando quelle create da madre natura. All’interno dei suoi edifici gli stilemi della sua arte sono ben visibili. Così come in natura, il posto in cui poggiamo i piedi non deve avere nulla di scontato e prevedibile ma al contrario deve seguire le irregolarità della terra. Ecco dunque pavimenti asimmetrici, che sembrano nascondere enormi radici di alberi.
‘dal letame nascono i fiori?’ è la domanda che Hundertwasser si è posto prima di iniziare il progetto dell’inceneritore di Spittelau
Le opere di Hundertwasser non terminano qui, mi sono riproposta di recarmi in Germania, a Darmstadt,per visitare il Waldspirale, altro complesso residenziale e, sempre in Germania, la cittadella verde di Magdeburgo, ma le sue opere per chi volesse studiare l’opera di questo bioarchitetto si trovano anche in Giappone, Stati Uniti, Svizzera, e Nuova Zelanda.Qui a Vienna è presente un’altra sua interessante opera: è l’inceneritore di Spittelau, sito nella parte nord della città di Vienna, ridisegnato dall’artista nella sua parte esterna dopo un incendio che lo aveva colpito nel 1987.
È un impianto di trattamento termico dei rifiuti, da solo fornisce energia pulita al nuovo policlinico della città, oltre che a circa un terzo delle abitazioni. So quanti dubbi suscita una struttura del genere nel centro urbano di una città ma non sono in grado di fare valutazioni in merito e lascio tali analisi ad altri, io sono attratta dal suo indubbio valore estetico. Certo può sembrare strano che un architetto noto per le sue ricerche ambientaliste si sia cimentato in un’opera di questo tipo. Ma sappiamo che lo ha fatto dopo attenti studi sulle tecnologie e sui processi industriali e si è avventurato nell’impresa definendola ‘un’opera d’amore’ nei confronti della sua città e, proprio perché tale, non ha preso alcun compenso…amo quest’uomo!
Con la sua ciminiera alta 160 metri sormontata da un enorme biglia dorata che guarda senza dover abbassare lo sguardo sull’impero austroungarico, è oggi un esempio di architettura fuori dagli schemi, un impianto ecosostenibile, e come se non bastasse una delle attrazioni più visitate della città…credo che l’atto d’amore abbia dato i suoi frutti… da amore non può che generarsi amore… e io… amo quest’uomo!
Prendete appunti:
curiosità: al pian terreno della Hundertwasserhaus c’è un bar, il Kunst und Café: qui vengono proiettati dei film d’autore, uno di questi mostra l’architetto all’interno della sua casa.
Gli edifici sono gestiti interamente dal comune che fitta le singole abitazioni ad un prezzo davvero minimo prediligendo famiglie in cui almeno un individuo del nucleo sia un artista o abbia manifestato in modo evidente l’interesse per il mondo dell’arte contemporanea.