Il riso, da sempre fonte di vita per i filippini sta attraversando un periodo nero.
Nessuno vuole più coltivare la terra: il lavoro è estenuante e la retribuzione poco soddisfacente. La produzione interna sempre più bassa ha reso il paese il maggiore importatore al mondo. L’importazione, a prezzi inferiori, annienta i piccoli agricoltori locali che non possono reggere la competitività. Il clima non aiuta la situazione: la Niña, la fase fredda dell’oscillazione meridionale di El Niño, caratterizzata da cambiamenti nelle temperature dei venti e degli oceani nel Pacifico che vede l’intensificarsi degli alisei e la risalita di acqua fredda dalle profondità oceaniche, sta colpendo le principali aree di produzione risicola dell’arcipelago. I dati parlano chiaro: nel 2024 la fame ha colpito il 20% delle famiglie, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. La regione di Mindanao detiene il record con il 30%. C’è stato un tentativo da parte del governo di incentivare il settore con la distribuzione di attrezzature agricole d’avanguardia; siamo ancora lontani dal risolvere il problema ma è pur vero che oggi le realtà agricole locali lavorano ancora a dorso di bufali, usati anche per trasportare le masserizie, trascinando dei carretti che non hanno neanche le ruote.