Sono in viaggio in Turchia, e mi trovo in Cappadocia per visitare i camini delle fate. Sono qui già da parecchi giorni, ma oggi ho sentito il bisogno di allontanarmi dai centri turistici per inoltrarmi nella quotidianità di questa regione. Mi sono chiesta, cosa succede a qualche chilometro da qui, mentre tutti sono impegnati ad accogliere o ad abbordare i visitatori. Ho quindi lasciato Goreme per raggiungere Aksaray.
Aksaray è situata nell’Anatolia Centrale, in passato era un’importante tappa lungo la rotta della seta e a testimoniarlo è la presenza del caravanserraglio Sultanhani, luogo di accoglienza fortificato delle carovane di passaggio. Non è un gioiello di architettura, ma una breve visita la merita.
E’ ora di pranzo e mi inoltro nel piccolo centro della cittadina nel tentativo di trovare qualcosa da mangiare. Trovo una sorta di pub dove prendo una ‘pizza turca’, così chiamano il lahmacun . Sono l’unica turista e l’unica donna, non ci vuole molto a capire che da qui passano pochi stranieri. Devo dire che sono molto gentili, mi hanno guardata negli occhi solo per brevi istanti, ma continuano a servirmi con riguardo… il lahmacun era delizioso.
Già all’interno della ‘pizzeria’, non saprei come chiamarla, l’assenza della figura femminile mi è sembrata strana, ma quando sono ritornata fuori addentrandomi per le vie del paesino la situazione si è rivelata veramente desolante… uomini, solo uomini… sembra che il paese intero si sia dato appuntamento in piazza per la ricreazione pomeridiana. Giocano, bevono, fumano, qualcuno si fa lustrare le scarpe, ma neanche l’ombra di una donna. Gli sguardi verso la mia figura si fanno più insistenti, mi sento fuori luogo, come se fossi finita nel posto sbagliato, in una proprietà privata… decido quindi di rientrare, ma… il sapore di quell’inadeguatezza mi accompagna ancora adesso. Provo a descriverlo con delle brevi immagini, in altro modo non so farlo.