‘Immergiti nella cultura coreana noleggiando un Hanbok ed esplorando il Palazzo Gyeongbokgung. Sentiti come un re mentre cammini per i giardini del palazzo e potrai scattare delle foto meravigliose per ricordare il tuo viaggio… a partire da 10 dollari a persona’. Così recita un annuncio pubblicitario rivolto ai turisti provenienti da tutto il mondo.
Difficile a credersi ma c’è gente che fa un lungo viaggio per visitare Seul e per farlo noleggia un abito tradizionale, non certo comodo da portare, e se ne va in giro esplorando i luoghi storici e più emblematici mettendosi in posa. E fin qua nulla di strano, la cosa è bizzarra ma non unica nel suo genere: abbiamo visto come le turiste in Giappone amano vestirsi da geishe per far visita ai templi (vedi Geishe per un selfie); abbiamo visto come le visitatrici della moschea Zayed di Abu Dhabi, spesso non islamiche, noleggiano costosissimi Abaya per farsi le foto nei punti più scenografici dell’edificio (vedi Gran Moschea dello sceicco Zayed). Quello che non avevamo ancora visto è il coinvolgimento del governo, compiaciuto a tal punto da enfatizzare ed incentivare questa nuova tendenza regalando l’ingresso in alcuni dei siti più visitati della città a chi si presenta indossando l’Hanbok. E’ il caso del palazzo reale di Gyeongbokgung, una delle location turistiche più visitate di Seul, presa d’assalto da visitatori che sembrano usciti dal set di uno dei tanti K-dramas storici presenti su Netflix.