E’ ritenuta la città medievale meglio conservata d’Europa, di sicuro è la città più visitata del Belgio, e per me è una delle città più romantiche in cui io abbia mai viaggiato.
Non è una città come tutte le altre, ma una sorta di scrigno, di quelli preziosi che si portavano in dono ai sovrani, insomma il gioiello più prezioso è il contenitore. E le sue vecchie case, gli aristocratici palazzi, insertati lungo i canali, sono le gemme incastonate su questa scatola portagioie fiamminga.
Qui fiorì la scuola pittorica dei fiamminghi primitivi, rappresentati da Jan Van Eyck, che per intenderci fu l’autore del famosissimo Ritratto dei Coniugi Arnolfini: se il nome non vi dice nulla, il quadro lo riconoscerete di sicuro. Oramai avete capito che ho un’amore spropositato per l’arte quindi mi perdonerete se mi dilungo su questo dipinto che fra l’altro non si trova neanche a Bruges ma a Londra, quindi il perdono dovrà essere doppio. Il dipinto è famoso per lo specchio che si trova dietro i due protagonisti e che li ritrae riflessi insieme al pittore, che ovviamente sta eseguendo il dipinto. Il pittore ci da la possibilità di vedere la stanza da due angolazioni differenti, il tentativo di restituirci lo spazio a 360°.
Aggiungo solo che, Velasquez ha sicuramente visto questo quadro ed ha riproposto l’espediente dello specchio nel suo ancor più celebre dipinto Las Meninas, che si trova al Prado… ecco ho finito, perdonata?
La ricchezza dell’antica Brugge, questo il nome fiammingo della città, proveniva dal commercio dei tessuti. Bruges importava la migliore lana dall’Inghilterra e la lavorava in splendidi tessuti che esportava in tutto il mondo, tutto il mondo conosciuto nel medioevo ovviamente.
La cittadina non è molto grande e le maggiori attrazioni sono concentrate e si possono raggiungere comodamente a piedi.La zona che più di tutte attrae i turisti è il Markt, un posto abituato ad intrattenere gente dal X secolo, periodo in cui ospitava il mercato cittadino. Qui si ergono, a testimoni dei fasti del passato, le abitazioni più antiche della città che oggi danno alloggio ad una moltitudine di localini che offrono ristoro ai visitatori stanchi del loro peregrinare.
Da uno di questi tavolini, sorseggiando una bibita, si ammira un altro edificio simbolo della città.
E’ il Belfort, una torre campanaria alta circa 80 metri. L’edificio è una sorta di archivio delle memorie commerciali cittadine dei secoli d’oro di Bruges. Dalla torre invece si può godere di un panorama che mostra tutta la città, premio per i più temerari che avranno percorso gli appena 366 scalini…a chiocciola. Per i più sordi e pazienti invece non resta che attendere il rintocco del carillon con le sue 47 squillanti campane che propongono l’Inno alla Gioia di Beethoven.
Ma la vera anima di questo piccolo paese si svela navigando i suoi canali. Qui viene fuori la Bruges raffinata, romantica, ma anche enigmatica. La si può vivere fluttuando all’interno di un boat trip o passeggiando per i suoi ponti ammirando le case fiamminghe che si riflettono sulle acque abitate dai candidi cigni bianchi.
Gli amanti dell’arte non vengono qui solo per ammirare questo meraviglioso scrigno, no non si accontentano perché sanno che lo scrigno contiene altri tesori. A custodirli è il museo Groeninge e sono le opere dei pittori fiamminghi. Da Jan Van Eyck , Van der Goes, fino a Bosch. Vi ho fatto una piccola selezione.
Jan van Eyck
Madonna del canonico van der Paele , 1436
Ritratto di Margareta van Eyck, 1439
Testa di Cristo, 1440
Hieronymus Bosch
Trittico del Giudizio di Bruges, 1486 circa
Hugo van der Goes
Morte della Vergine, 1470 circa
Adriaen Isenbrant
Ritratto di Paulus de Nigro, 1518
Trittico
Nicolaes Maes
Quattro fanciulli, 1657
Jan Provoost
Crocifissione, 1500 circa
Giudizio universale, 1525
Curiosità: per anni la città è stata nell’ombra. A riportarla in luce è stato il successo del libro di Georges Rodenbach ‘Bruges la Morta’.
Il carillon, suona il mercoledì, sabato e domenica dalle ore 11:00 alle 12:00. Da metà giugno fino a metà settembre i concerti si ripetono anche la sera: il lunedì e mercoledì, dalle 21:00 alle 22:00. Luogo di ascolto consigliato, il cortile interno del Belfort.