Zumbahua è un minuscolo villaggetto a circa 15 chilometri da Quilotoa, località turistica nota per la laguna che negli ultimi anni attrae un cospicuo numero di turisti desiderosi di affacciarsi ad uno dei suoi belvedere per ammirare le verdi acque cristalline raccolte all’interno del suo cratere.Posto ai piedi di una montagna andina, Zumbahua è uno di quei pochi posti dove fino a poco tempo fa il turismo non aveva ancora messo piede e dove i pochi abitanti vivevano la loro quotidianità con grande autenticità; ma poi i governatori locali, vedendo quanta gente veniva richiamata dalla vicina Quilotoa, hanno pensato bene di attirarne in qualche modo l’attenzione.
E visto che, a parte la strabordante bellezza della natura, il ‘paesello’ non ha nulla da offrire al turista, hanno pensato bene di piazzare un bellissimo logo colorato nella centralissima piazza… chi può resistere ora alla tentazione di un selfie?
Scherzi, ma non troppo, a parte, qualcosa di veramente autentico c’è ancora ed io temo quasi di diffonderlo per non sentirmi complice del terribile gioco della globalizzazione… ma se penso che questo è lo sporco lavoro del documentarista non ho scelta.
Ed eccola quella parte autentica del paese, è il suo mercato quotidiano. Un mercato come ce ne sono tanti in Ecuador, un mercato colorato, dove i locali sfoggiano i loro abiti tradizionali, dove si porta il raccolto e lo si baratta con il necessario…
e a fine giornata li vedi rientrare con le pesanti scorte di viveri sulle spalle
Ma c’è un giorno in cui il mercato diventa particolarmente pittoresco. Tutti i sabati i venditori indigeni delle valli circostanti si ritrovano per vendere, comprare o barattare i loro animali.
Non dà l’idea di essere un giorno comune e l’impressione che se ne ha è che sia un grande momento di socializzazione, nessuno sembra stare lì per vendere qualcosa: gli enormi maiali al seguito? come se fossero solo animali da compagnia al guinzaglio.
E persino gli abiti sono più curati. Se nei giorni feriali gli indumenti appaiono più sbiaditi, oggi lo scialle nuovo sembra d’obbligo e qualcuno ostenta pure delle calzature con tacchi…
E poi capisci che dietro queste costumanze si nasconde una sottile e sofisticata regola di marketing: nessuno propone i propri animali. Niente urla da imbonitori, se ne stanno in disparte come chi è venuto a fare una passeggiata per ammirare la valle nell’attesa che l’interessato mostri le proprie intenzioni all’acquisto.
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![Gran Moschea dello Sceicco Zayed](https://b3915794.smushcdn.com/3915794/wp-content/uploads/2025/02/DSC03039-copia.jpg?lossy=2&strip=1&webp=1)