‘L’ ann chi vene pure!’, è una sorta di mantra che la gente di Castelvetere si scambia come saluto beneaugurante. Oggi è’ il 28 aprile e ‘l’ ann chi vene’ è arrivato anche quest’anno. Per il piccolo paesino arroccato sulle pendici del monte Tuoro e per tutta la comunità di poco più di 1500 abitanti è un grande giorno, è la ‘festa del pane miracoloso’. Oggi si tiene una processione che vede sfilare la SS Maria delle Grazie preceduta da un corteo di giovinette i cui abiti riccamente ornati emulano quelli della santissima madre. Dalle mani di queste vergini, vicine per purezza e candore a quelle della madonna, gli abitanti del paese, dopo la processione, si vedranno recapitare il ‘tortano miracoloso‘, un pane a forma di piccola ciambella a cui vengono attribuiti forti poteri taumaturgici. Ho avuto il piacere di vivere alcune delle fasi più importanti della preparazione di questa festa e voglio mostrarvele.
La piccola comunità di Castelvetere impiega parecchi mesi per preparare quest’evento, ma sono degli ultimi venti giorni le fasi più importanti e coinvolgenti, prima fra tutte la panificazione. Per i 15 giorni che precedono l’evento, le donne del paese di tutte le età si danno appuntamento al ‘forno comune’ avuto in dono da una devota della Madonna. Qui creano una sorta di azienda con orari, ruoli e turni da rispettare con grande rigore, motivati da un fine comune: impastare 2500 kg di farina corrispondenti a 22 ‘ammassi’, e quindi 145 infornate di 350 pezzi di pane l’una per un totale di circa 50mila ‘tortani‘. Un lavoro molto faticoso che queste instancabili donne trasformano, grazie alla loro fede e devozione, in momenti di incontro scanditi dalle preghiere e dai canti intonati per ingraziarsi la ‘grande madre’.
Il 25 aprile è un’altro grande giorno in cui è coinvolta tutta la comunità di Castelvetere, una delle rare fasi che vede protagonisti anche gli uomini: si fa la raccolta dei gigli che serviranno a rivestire il piedistallo della Madonna.
Si tratta di un profumatissimo narciso che cresce spontaneo sulle colline limitrofe di Castelvetere. Grandi e bambini, uomini e donne, si inoltrano nel bosco per guadagnarsi il proprio mazzo di fiori che verrà legato e immerso in acqua. Quando gli enormi bacili di plastica saranno trabordanti di queste nuvole bianche e profumate verranno portati in chiesa e, come tutte le azioni che in questi giorni si compiono per la santissima madre, anche questa è accompagnata da canti e preghiere.
Mancano due giorni alla processione ed è il momento che metterà a dura prova la pazienza e la forza d’animo delle bambine che parteciperanno alla cerimonia, le ‘spunziatrici’, è il momento della vestizione. Affidata esclusivamente al mondo femminile, è uno dei momenti più delicati della festa e ha il sapore di un vero e proprio rito di passaggio, l’introduzione nella comunità delle future donne di domani: qui imparano le proprie radici, la loro cultura, il dialogo con gli adulti e con gli anziani, e soprattutto a pregare, sono le ultime propaggini di quella famiglia patriarcale che per ovvie ragioni non esiste più.
Sembrerebbe una situazione privata ma in realtà anche questa fase coinvolge tutto il paese. Nelle settimane che precedono la festa i genitori delle giovinette chiedono a parenti e amici l’oro che verrà appuntato sul petto delle dispensatrici attivando un’altra spettacolare e meticolosa macchina: ogni singolo monile viene contrassegnato con un numero e in un quaderno viene appuntato il relativo proprietario, un lavoro talmente certosino che in tanti anni non ha mai fatto perdere un solo gioiello.
E qui inizia la nobile arte delle donne castelveteresi: adagiano sul letto tutte le gioie avendo cura di dividerle per lunghezza, modello, e tipo, in modo da rendere il lavoro di ricerca molto più accurato e veloce e poi si avventano sul corpicino della fanciulla per iniziare l’opera di sartoria. Senza un disegno, uno schizzo, una bozza, queste donne-ragno, con le loro braccia tentacolari tessono la loro tela dorata.
Non è un lavoro di ordinaria sartoria, è molto di più: le sarte infatti non sempre sono parenti delle bambine, spesso sono devote signore che fanno questo per amore della madonna, per loro è un vero e proprio rituale. Le bambine rappresentano la verginità, il candore, l’amore supremo della Vergine Madre, e questo lavoro viene vissuto come se stessero vestendo la SS Maria delle Grazie. Perciò va compiuto con totale ieraticità accompagnata dagli immancabili canti e preghiere.
Procedono secondo un ordine ben preciso che è presente nella loro mente, niente è lasciato al caso, ogni collana deve seguire una sua linea, un suo tracciato, e pian piano sul dorso della piccola vergine prende forma il prezioso quanto intricato arazzo.
Il lavoro dura dalle otto alle 1o ore e non lo si può realizzare sul vestito indossato da un manichino perché deve seguire la forma esatta del petto della fanciulla. Questo significa che dopo le prime ore le ragazzine sono stanche e a fine giornata il peso dell’oro che può superare il chilo e la posizione eretta portano le bambine allo stremo, trasformando quello che nasce come un gioco delle vanità in un vero e proprio rito di iniziazione che le bambine affrontano con grande stoicità. Non si stanno preparando ad un sfilata ma qui stanno ricevendo una sorta di battesimo che le farà entrare nella comunità con tutto un corredo culturale che serve alla preservazione di quella tradizione che vuole appartenere solo ed esclusivamente al suo paese, Castelvetere.
E’ il 28 aprile, le bambine vengono svegliate di primo mattino, le aspetta una abbondante colazione prima di affrontare le ultime fasi della vestizione: indossare il pesante vestito e passare all’elaborato manicure.Le previdenti donne hanno avuto cura di selezionare gli anelli più grandi perché sanno che dopo qualche ora le sottili dita delle ragazzine si gonfieranno per la stanchezza, ora devono farli passare attraverso un nastro di raso, appuntarli all’interno del palmo e infine annodarli ai polsi e… le ‘spunziatrici’ sono pronte, almeno esteriormente, ma dentro che sta accadendo?
Fino a questo momento per loro è stato un gioco: l’abito bello, i gioielli, le attenzioni dei parenti, la dolcezza con la quale le donne le hanno vestite. Ma ora è arrivato il momento di sfilare davanti alla madonna consce del fatto che la gente non le guarderà per la bellezza dei loro abiti ma perché le hanno investite di un ruolo spirituale, qualcosa che va al di là della loro comprensione. Sono smarrite, non comprendono cosa la gente si aspetta da loro ma sanno di avere un incarico importante… e sono pronte!
Se gli uomini sono stati esclusi da tutta la preparazione il giorno della festa diventano protagonisti: armati di bastoni, gli ‘accompagnatori’, sfileranno ai lati delle ‘spunziatrici’ per difenderle da qualsiasi tipo di offesa. Spesso sono i padri delle ragazzine a rivestire questo ruolo, ma non è raro che amici o parenti si prestino per assolvere a questo impegnativo compito.Fieri del loro incarico, gli ‘accompagnatori’ scorteranno le piccole ‘vergini’ fino in chiesa dove le piccole si prepareranno ad affrontare il momento più faticoso della giornata: la distribuzione del pane miracoloso.
Nei giorni che precedono la festa i 50mila ‘tortani’ sono stati ammassati fino a creare una sorta di altare in attesa della benedizione. Ora questi pani prenderanno posto all’interno delle ceste che le bambine con grandi sforzi e fatiche dovranno trasportare sul capo fino a raggiungere le abitazioni dei devoti.
Per gli abitanti di Castelvetere questo è il momento più mistico di tutta la festa, forse ancor più della processione: stanno tutti affacciati sull’uscio della porta con un panierino in mano pronti ad accogliere qualcosa che hanno atteso per un anno intero, e a dispensarlo sarà un messo molto vicino per candore, innocenza e verginità alla santissima madre, la ‘spunziatrice’. Le fanciulle sanno di essere delle ambasciatrici di Maria e sanno quanto importante sia il loro compito e non temono la fatica, il freddo o il caldo o ancor meno la pioggia, sanno che devono assolvere al loro ufficio con responsabilità e ieraticità e… ancora una volta sono pronte.Il ‘tortano’ è un pane biscottato e può mantenersi senza deteriorarsi per parecchio tempo. Gli vengono attribuiti poteri taumaturgici: pertanto, considerato molto prezioso, viene custodito come una reliquia fino al prossimo anno, certi che anche il prossimo anno riceveranno il dono della madonna per mano delle piccole ‘spunziatrici’, perché qui a Castelvetere grazie alla loro protettrice, SS Maria delle Grazie, L’ ann chi vene pure! E’ questo il grande miracolo, la ‘certezza’ che l’anno venturo la macchina della festa si rimetterà in moto e la sua forza centrifuga sarà ancora capace di tenere unita tutta la comunità, i grandi ai piccoli, il vecchio al nuovo, la vita alla morte.
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