Sono in Liguria per visitare la Riviera di Levante, ma la giornata non è fra le migliori. Ho due opzioni: restare in albergo finché la pioggia non mi darà tregua oppure… oppure faccio visita ad una delle attrazioni più grandi ed importanti della città che mi ospita: l’acquario di Genova. La location che lo ospita ha mille anni di storia ed è il porto antico. Da venti anni è il nuovo cuore della città, nuovo nel senso che rappresenta la nuova Genova turistica e culturale.Lo stile del porto lo impostò Renzo Piano nel 1992, ma fu solo l’inizio perché, dopo venti anni circa, l’architetto è pronto a continuare la sua opera lanciando un nuovo progetto che prevede isole, ponti e canali. Insomma una città in continuo miglioramento si potrebbe dire. E in effetti il porto antico regala ai suoi visitatori una piacevole passeggiata non povera di esperienze da vivere sul posto. Ho visto che in inverno la tensostruttura che domina la cartolina del porto smette di ospitare eventi e diventa una pista di pattinaggio su ghiaccio, e l’idea di vivere la sensazione di montagna guardando il mare dev’essere proprio entusiasmante. In estate, invece, la chiatta sul mare viene arredata con ombrelloni e lettini e si trasforma in solarium che unitamente alla vicina piscina fa molto vacanza in città.
Insomma sono venuta qui per la sua attrazione principale e sono stata avvolta da innumerevoli altri interessi. Per chi come me ama l’arte, Il Museo Luzzati a Porta Siberia (link), è uno di questi. Ma poi ci sono pure le gite in battello che permettono di costeggiare la riviera ligure, da Portofino alle cinque terre, fino a Porto Venere.
Ovviamente non mi sono persa un giro sul Bigo. Sempre pensato e progettato da Renzo Piano, il Bigo è un ascensore che ogni 10 minuti permette ai turisti di avere una visione panoramica della città. E’ ispirato alle antiche gru che scaricavano le merci sul porto, arriva ad un’altezza di 40 metri ed offre un orizzonte a 360 gradi sul porto, la città e le colline che le fanno da sfondo.
Da qui inoltre domina il panorama un’altra scenografica struttura, la biosfera, un’enorme palla di vetro e acciaio, progettata sempre dall’architetto genovese, che grazie ad un particolare sistema di condizionamento può ospitare molte specie vegetali e animali delle foreste tropicali.
Ed ora approfitto che la pioggia incalza per iniziare la fila per la mia visita all’acquario.
E’ motivo d’orgoglio per l’intera regione, ed i numeri delle presenze lo confermano. Ho fatto più di trenta minuti di fila per fare il biglietto e altrettanti per entrare. E’ celebre in tutta Europa per la sua biodiversità acquatica. Vedere gli squali volteggiare in acqua, o i pinguini che si tuffano da una scenografica isoletta fa molta tenerezza. Così come impressionante è la grande vasca dei delfini e poterli ammirare sopra e sotto il livello dell’acqua deve risultare davvero emozionante, soprattutto a chi non ha la fortuna di vederli in mare, come spesso accade a chi invece naviga nel mediterraneo. Ma io qui devo dividere il mio cuore dalla mia vista e trasmettervi come sempre le mie personali impressioni. La gente era entusiasta, i bambini felici e raggianti quasi in preda all’isteria in certi momenti. Per loro poter vedere questi animali in modo così ravvicinato è una gioia per gli occhi. Ma io che ho una passione per gli animali di qualsiasi razza e specie, ho imparato a cogliere gli atteggiamenti di felicità e dubito che due lamantini immobili, adagiati sul fondo di una vasca chiusa possano essere felici, così come il ritmo frenetico, ripetitivo e quasi ossessivo di alcuni gesti dei pinguini. Non riesco a vederli se non come animali in gabbia.
Sono uscita ancora più convinta che questa sia una struttura unica in Europa nel suo genere. In 70 vasche, con 15.000 animali di 400 specie, l’Acquario di Genova offre un’incredibile ‘esposizione’, non saprei quale altro termine utilizzare, di biodiversità acquatica, ma se grandi e piccini si divertono ad accarezzare le razze, io rabbrividisco solo all’idea e non perché mi fa senso toccarla ma perché non vorrei essere sfiorata quotidianamente da migliaia di sconosciuti.